LE RADICI DI PROGETTO UOMO

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Il Centro Italiano di Solidarietà (Ce.LS.) si colloca, nello spunto del volontariato, come
una realtà di stimolo, denuncia e proposte concrete nel campo dell’emarginazione giovanile. Nel 1971 il centro si costituisce legalmente come Associazione senza scopo
di lucro, dichiarando la sua autonomia dai partiti politici e dalle confessioni religiose.
Gli anni dal 1972 al 1975 assumono una importanza fondamentale nella vita e nelle
decisioni operative dell’Associazione, perché la crescente diffusione dell’uso e abuso delle sostanze stupefacenti soprattutto tra i giovani che già vivevano emarginati dal contesto sociale, costringe i volontari ad organizzarsi
e a studiare questo fenomeno. Quindi il Centro organizza, e promuove nelle scuole
pubbliche e private, nelle università, nei gruppi parrocchiali, in altre associazioni
incontri di studio, dibattiti e tavole rotonde non solo per sensibilizzare I’opinione pubblica sul problema emergente, ma anche per cercare risposte concrete ed operative alla crescente domanda che veniva dalla piazza.
In questo senso il Ce.LS. crea una rivista, II Delfino, proprio per facilitare lo scambio e il
confronto delle idee non solamente con persone più vicine ma arrivare· ad allargare il
più possibile il dibattito.
Nell’autunno del 1976 viene offerta ai volontari la possibilità di fare un viaggio di studio
nel nord -Europa per conoscere le varie iniziative e istituzioni che operano nel campo e
insieme alla partecipazione del primo Congresso internazionale delle Comunità
Terapeutiche celebrate in Svezia, questo diventa un memento molto significativo per
il futuro del Centro, perché finalmente si intuisce la possibilità di concretizzare metodologie per formulare risposte risolutive nel campo della tossicodipendenza,
chiudendo un periodo di frustrazione e stillicidio di risorse umane e materiali.
Nel 1977, durante il II Congresso Internazionale delle CCTT in Montreal (Canada), inizia l’amicizia e la collaborazione con il Daytop Village di New York, che si rivelerà molto fruttuoso per il Ce.LS.
Nel settembre del 1978 il Ce.LS. organizza il III° Congresso Internazionale delle CCTT
in Roma. Questo fatto non è solo un grande momento di sensibilizzazione per tutta la
nazione italiana, ma anche un salto qualitativo culturale e scientifico del Movimento
delle CCTT e infine un giro di novanta gradi nell’operatività del Centro. Infatti, rinsaldata
la collaborazione col Daytop, inizia il 28 gennaio del 1979 in una piccola casa alla
periferia di Roma il primo Corso di Base di Formazione per operatori di comunità terapeutica dove un primo nucleo di volontari si preparava per poi portare l ‘iniziativa in varie città italiane. Qualche settimana dopo, pur continuando il Corso, il gruppo si prepara ad accogliere i primi residenti, e nella stessa casa corsisti e residenti vivono la medesima esperienza: nasce così la comunità “S. Andrea”. In questo periodo il programma terapeutico che si sta sviluppando viene denominato Progetto Uomo e da questo momento, soprattutto per merito della Scuola di Formazione “Casa del Sole”, si sviluppa in Italia una rete di ·programmi terapeutici che si ispirano ai principi del P.U.
e si riuniscono nella Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche.
Le radici del Progetto Uomo vengono prima di tutto dei valori, dallo stile e filosofia del
Volontariato, quindi dal concerto dell’Auto Aiuto mediato dagli AA, Synanon e lo sviluppo dato alla metodologia della comunità terapeutica dal Daytop Village, infine dall’
incontro e collaborazione con Maxwell Jones con le sue idee sull’Apprendimento
Sociale e sulla Comunità Terapeutica Democratica.
L’idea di “Uomo” in Progetto Uomo.
Analizzando la filosofia del programma terapeutico – educativo Progetto Uomo, possiamo trarre le seguenti linee generali sulla concezione dell’essere umano.
Innanzitutto un essere capace di intendere, di volere e di decidere nonostante l’abisso in
cui è caduto, con un problema in più.
II problema in più si manifesta attraverso il sintomo della dipendenza da sostanze stupefacenti, la quale maschera a vari livelli la perdita di autonomia e la libertà personale di progettare, scegliere e decidere.
Nonostante la dipendenza, conserva tutte le capacità e tutte le possibilità di ritrovare l’autonomia individuale, la capacità di scelta e di decisione.
Le capacità e le possibilità della persona di trasformare il suo problema in progetto: questo gli permette di tracciare prima e di vivere poi su basi diverse un’esistenza piena di significato e di valori, quindi può in qualsiasi momento ridiventare valore a se stesso,
per cui necessita di un aiuto e una guida esterna che lo indirizzi e lo sostenga con
amore e professionalità.
E’ un essere solo, fisicamente distaccato dagli altri, emotivamente chiuso, socialmente emarginato che però non ha perso fa sua creatività, il bisogno di appartenenza, di amicizia e di amore. Un essere umano bisognoso e capace di confronto, di consapevolezza, di stima, di rispetto, di perdono e di dono. Protagonista, degno
di ascolto e attenzione, nativamente comunicativo e dinamico, che si esprime, cambia,
cresce, si sviluppa partendo da se stesso verso gli altri.
Un essere fatto per il “gruppo” e il gruppo per lui, così da esprimere circolarità di sentimenti, fatti e atteggiamenti per ritrovare basi valoriali comuni.
Un essere unico e personalizzato nella sua ineludibile dimensione familiare e sociale,
con cuore e spirito irripetibili. Unico perché persona viva: valore massimo e trascendente ogni altro nella sua storia, che può essere soggetto e mai oggetto.

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